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Visualizzazione dei post da giugno 29, 2020

Imperfezioni

Un secolo fa Eugenio Montale trovò i segni del male di vivere - che tanto insidiava l’uomo occidentale - nel “rivo strozzato che gorgoglia” o “nell’incartocciarsi della foglia”. In questo lavoro cerco di tradurre per immagini quella visione così attuale, rintracciando nelle imperfezioni del mondo naturale, colto nel suo tramontare, la perfezione di un cerchio che si chiude e riparte, e per sempre, contrapposto alle linee artificialmente perfette di tutto ciò che producono quelli che sanno, al contrario, di non essere affatto infiniti.

Corrispondenze

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Cosa può succedere se cambiamo senso ai nostri simboli? Cosa può succedere se improvvisamente la nostra comunicazione cambia colori e forme, ma lascia integro il suo mess aggio? Siamo abituati alle forme o ai concetti? Siamo preparati a pensarla allo stesso modo anche se le cose cambiano espressione? E' più forte il significato, od il significante?

Metonimia

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Tutte le cose hanno una funzione, uno scopo: il vaso contiene la terra, la lampada illumina, il frigorifero conserva. Ognuna ha un’identità, un modo di essere, un modo di fare, ma soprattutto si auto sostiene, non ha bisogno degli altri, vive in un mondo suo, in piena autonomia. Ad una cosa però questa volta gli suggerisco un’altra maniera di vivere: le tolgo personalità, la faccio diventare importante per il gruppo, restituendole un valore ancora più grande. Se perderà in individualismo, guadagnerà moltissimo diventando parte di un gruppo.

Assassinio in Galleria

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In uno spazio chiuso come una galleria d’arte contemporanea tutto il mondo esterno è respinto dal piccolo e potente mondo interno che la popola: quadri, installazioni, persone, curatori, artisti, mercanti, tutti concorrono nel creare il felice ed autoregolamentato sistema dell’arte. Ma fuori? Fuori cosa succede? E se un giorno le cose lasciate fuori fossero talmente forti da non bussare nemmeno alla porta ed entrassero senza permesso? Se il mondo che lì dentro non c’è perché non lo si vuole decidesse di esserci lo stesso? Ci sarebbe sempre qualcuno che guarderebbe ad una spiaggia con gli occhi nostalgici di una vacanza al mare e forse pure qualcuno che in quel momento capirebbe.                                                                                     Rendering...

La stanza obliqua

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Vorrei entrare un giorno in una casa normale, arredata come tutte le altre case, con la stessa luce, ma che fosse differente in una cosa sola, il pavimento, che qui sarebbe obliquo, in salita, storto. Mi piacerebbe perdermi passeggiando fra le linee parallele delle pareti cercando un equilibrio con la terra. Adoro il senso di s paesamento che ti danno le situazioni paradossali.

Il sogno del cassetto

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Apro la mia cassettiera e ci trovo poco o nulla di me dentro: qualche matita, dei fogli, un paio di forbici, un caricabatterie, degli scontrini. Che destino assurdo questo piccolo mobile!!! Contiene le mie cose, tutte quelle che ci metto, anche quelle senza importanza. L’hanno fatto per questo, ma mi sa che lui c’ha un altro pensiero: chissà quel legno tagliato, levigato, incollato, avvitato, smaltato quante cose avrà visto, annusato, capito prima di finire chiuso, qui, nella mia stanza. Un giorno prenderò una sedia e mi metterò lì accanto, ascoltando il suo racconto fatto di nostalgie e di sogni.